Con caldo e inquinamento il rischio di infarto raddoppia

Una ricerca cinese sui dati di cinque anni ha trovato una correlazione significativa tra il rischio di decessi per infarto e giorni caratterizzati da caldo e da freddo estremo e alti livelli di particolato nell’aria
Il mix di caldo e inquinamento può essere micidiale. Tanto da raddoppiare il rischio di morte per infarto.
Sono allarmanti le conclusioni di un nuovo studio condotto dalla Sun Yat-sen University di Guangzhou (Cina), pubblicato su Circulation, la rivista di punta dell’American Heart Association. Nel dettaglio la ricerca, analizzando i dati di una singola provincia cinese nell’arco di cinque anni, ha trovato una correlazione significativa tra il rischio di decessi per infarto e giorni caratterizzati da caldo estremo – ma anche di freddo estremo – e alti livelli di particolato nell’aria.
Lo studio ha anche rivelato un particolare aumento dei decessi per infarto nei periodi estremamente caldi tra le donne rispetto agli uomini e negli anziani rispetto ai giovani. I dati mostrano anche che il rischio di attacchi cardiaci mortali si intensifica quanto più a lungo dura un evento meteorologico estremo. Ma i risultati più eclatanti riguardano il mix di caldo estremo e inquinamento: il rischio di attacchi cardiaci fatali è raddoppiato durante le ondate di caldo di quattro giorni quando i livelli di inquinamento da particolato fine sono superiori a 37,5 microgrammi per metro cubo.
“Le ondate di calore stanno diventando più frequenti, più lunghe e più intense e i loro effetti negativi sulla salute sono davvero molto preoccupanti”, commenta Giovanni Esposito, direttore della UOC di Cardiologia, Emodinamica e UTIC dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli e presidente della Società Italiana di Cardiologia Interventistica (GISE). “A questo si aggiunge un altro problema che riguarda la presenza elevata di particolato fine nell’aria, che può interagire sinergicamente con temperature estreme per influire in modo negativo sulla salute cardiovascolare”, aggiunge.

Prese in esame 200 mila morti per infarto
Lo studio ha esaminato oltre 202.000 morti per infarto tra il 2015 e il 2020 nella provincia di Jiangsu, in Cina. Il particolato, o inquinamento da particelle, è il mix di goccioline solide e liquide che galleggiano nell’aria. Questo studio si è concentrato sui danni causati dal particolato più piccolo: PM2.5. È così piccolo –
1/20 di larghezza di un capello umano – che le persone non possono vederlo e può superare le normali difese del corpo. Invece di essere espirato, può rimanere bloccato nei polmoni o entrare nel flusso sanguigno. Le particelle causano irritazione e infiammazione e possono portare a problemi respiratori. L’esposizione a lungo termine al particolato può causare cancro, ictus e infarto.
“Lo studio cinese ha osservato che nei giorni in cui l’inquinamento superava i 37,5 microgrammi per metro cubo e un’ondata di caldo durava quattro giorni, il rischio che qualcuno morisse per un infarto era il doppio del solito”, sottolinea Esposito. Le ondate di freddo e le giornate ad alto inquinamento non sembrano avere lo stesso effetto.

Temperature “estreme” anche tra 28 e 37 gradi
Le temperature estreme considerate dagli scienziati non sono solo quelle in cui il termometro raggiunge o sfora i 40 °C. Basta anche che le temperature si aggirino tra i 28° C e i 37° C. In questa finestra, infatti, durante un’ondata di caldo di due giorni, il rischio di morire per un infarto è risultato del 18% più alto.
Mentre durante un’ondata di caldo di quattro giorni, con temperature tra i 38 °C e i 43 °C, il rischio di morire per un attacco di cuore è del 74% maggiore. In definitiva, i ricercatori stimano che fino al 2,8% dei decessi per infarto possa essere attribuito alla combinazione di temperature estreme e alti livelli di
inquinamento da particolato fine.
“Considerata la maggiore frequenza di eventi meteorologici estremi dovuti ai cambiamenti climatici, le persone dovranno prestare molta più attenzione alle temperature e ai livelli di inquinamento prima di uscire di casa e prendere le dovute precauzioni se vogliono prendersi cura della propria salute cardiaca”,
raccomanda Esposito.
“Le persone più a rischio infarto a temperature estreme, cioè coloro con patologie pregresse, gli anziani e i giovanissimi, dovrebbero assicurarsi di rimanere in casa nei giorni caldi e ad alto inquinamento. È consigliabile – continua – anche utilizzare un purificatore d’aria, ventilatori e condizionatori e, se si deve uscire, meglio farlo di mattina presto quando le temperature sono più basse e indossando abiti larghi e di colore più chiaro”.

Come impatta sulla salute il mix caldo-inquinamento?
Anche se lo studio non spiega in che modo il mix di caldo e inquinamento impatta sulla salute, ci sono numerose evidenze della relazione complessa esistente tra temperature eccezionalmente elevate e inquinamento: più inquinanti immettiamo in atmosfera maggiori sono i cambiamenti climatici e, di
conseguenza, maggiore è la frequenza e l’intensità delle ondate di calore che, a loro volta, aumentano la concentrazione di polveri sottili (PM2.5).
A questo si aggiungono gli adattamenti fisiologici del corpo che per regolare la temperatura aumenta la frequenza respiratoria e l’afflusso di sangue periferico, incrementando così l’esposizione agli inquinanti ambientali.

Preoccupazione per i più fragili
“Siamo molto preoccupati dell’impatto che questo mix di caldo estremo e inquinamento atmosferico può avere sulla salute degli italiani, specialmente la popolazione più fragile”, commenta Massimo Tortorella,
presidente Consulcesi. “In letteratura scientifica ci sono numerose evidenze che collegano questo micidiale cocktail all’aumento di problemi a carico dell’apparato respiratorio e cardiovascolare, come asma, polmoniti, broncopneumopatia cronica ostruttiva e anche infarto, ictus e altri tipi di coronaropatie – continua -. E sempre più italiani se ne stanno rendendo conto. Non è un caso se nell’ultima settimana abbiamo registrato un aumento di ben il 20% delle adesioni alla nostra azione collettiva ‘Aria Pulita’”.

Iniziativa legale in Italia
È infatti in corso in Italia un’iniziativa legale rivolta a oltre 40 milioni di italiani, residenti in più 3.330 comuni in cui la Corte di Giustizia Europea ha accertato violazioni per il superamento dei valori soglia di inquinamento, che ha come obiettivo risarcire coloro a cui non è stato garantito il diritto a vivere in un ambiente salubre.
Nel frattempo i ricercatori cinesi – e non solo – sottolineano la necessità di condurre ulteriori ricerche sui possibili effetti negativi di eventi meteorologici estremi e l’inquinamento da particolato fine, per poter comprendere meglio la relazione tra caldo estremo e inquinamento, e il suo impatto sulla nostra salute.

Il 64% dei camici bianchi vorrebbe essere più ‘digitale’ ma non ha gli strumenti.

La soluzione che ‘traghetta’ i professionisti sanitari verso la digitalizzazione richiesta dal PNRR. Il nuovo Consulcesi Club, infatti, si presenta come un sistema di contenuti e funzionalità evolute che offre soluzioni su misura per il lavoro e la vita privata dedicate a medici e professionisti sanitari

Digitalizzazione, innovazione, personalizzazione e semplificazione per rispondere ai nuovi bisogni emersi dal PNRR: sono queste le caratteristiche che hanno guidato il rinnovamento di Consulcesi Club, la nuova soluzione digitale rilasciata da Consulcesi Group, il più grande network in Europa dedicato ai professionisti della Sanità e alle aziende del settore.
Il nuovo Consulcesi Club, infatti, si presenta come un sistema di contenuti e funzionalità evolute che offre soluzioni su misura per il lavoro e la vita privata dedicate a medici e professionisti sanitari. L’ottimizzazione per la consultazione da qualsiasi dispositivo mobile permette la massima flessibilità di utilizzo della
soluzione, in ogni momento e ovunque ci si trovi. L’assistente dedicato e il servizio di aggiornamento via newsletter offrono supporto e accesso a contenuti, tool e servizi in un click. Grazie ad una tecnologia innovativa, in un ambiente digitale rinnovato, intuitivo e personalizzato su interessi e ambiti di specializzazioni, Consulcesi Club propone contenuti e servizi correlati ai propri ambiti professionali e consente al professionista di personalizzare ulteriormente sulla base dei propri ambiti di interesse.
Una novità al passo con i tempi e con i bisogni degli stessi professionisti sanitari. Infatti, i professionisti chiedono strumenti e tool smart e digitali, soluzioni personalizzate e contenuti e servizi dedicati, oltre che una maggiore formazione in materia di digital health.

È quanto emerge dall’ultima indagine di mercato svolta da Consulcesi e che ha coinvolto più di 1.300 tra medici e professionisti sanitari. Come infatti racconta Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi, da interviste e un questionario sull’ampio campione è emerso che “la maggioranza di questi non solo si conferma aperto alla digitalizzazione, riconoscendone vantaggi e potenzialità, ma con entusiasmo accoglie le nuove soluzioni digital soprattutto quando queste si rivelano utili per l’aggiornamento, la formazione e l’informazione, da sempre assi portanti della professione medica”.
L’indagine di mercato. Come emerge dal “Digital Health: attitudini e competenze dei professionisti della salute verso il digitale” infatti, i medici si confermano una categoria desiderosa di sapere e appassionata: il 60% si informa su temi lavorativi e novità per passione, mossi dal desiderio di accrescere le proprie
competenze e curiosità mentre una minoranza (16%) lo fa solo quando ha una necessità specifica o per raggiungere gli ECM.
Dall’indagine si evince poi che ben oltre la metà – circa il 61% – vuole ed è consapevole di dover restare al passo con i tempi, integrando servizi e soluzioni digitali a quelli analogici e tradizionali, pur riconoscendo la
necessità di una maggiore formazione e guida in materia. Circa il 35% dei medici e professionisti sanitari intervistati si dichiarano inoltre a proprio agio con la tecnologia e di usarla per ingaggiare colleghi e pazienti.
Il digitale supera la presenza anche per formarsi. Già, o forse qualcuno direbbe “almeno”, per quanto riguarda l’educazione continua in medicina (ECM). È infatti il webinar il formato più apprezzato quando si tratta di formazione e aggiornamento dei professionisti sanitari. Supera, se ben di poco almeno per ora, il numero di coloro che ritengono “molto o abbastanza utile” la modalità a distanza in formato di video- lezioni registrate rispetto a coloro che indicano come preferenza la modalità in presenza.

“Al centro le persone, i loro interessi e le loro esigenze, – ha commentato Massimo Tortorella, Presidente Consulcesi – che oggi, grazie ad un migliore uso della tecnologia, il nuovo Consulcesi Club può accompagnare con un’offerta di contenuti e di servizi rinnovata per vivere da protagonisti la rivoluzione digitale”.

Il cordoglio dell’Associazione Medici Endocrinologi per la scomparsa di Vincenzo Toscano

Toscano, già Ordinario di Endocrinologia a Roma, Università Sapienza e Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Endocrinologia dell’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea di Roma e past President dell’Associazione Medici Endocrinologi (Ame). “Ai suoi cari la famiglia Ame si stringe con profondo affetto il suo ricordo aiuterà a proseguire il cammino”

É venuto a mancare improvvisamente il Professor Vincenzo Toscano, già Ordinario di Endocrinologia a Roma, Università Sapienza e Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Endocrinologia dell’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea di Roma e past President dell’Associazione Medici Endocrinologi (Ame).
“Ci rimarrà impresso il suo ricordo, parte costitutiva degli ideali che hanno portato alla nascita della nostra Associazione: integerrimo e insieme sempre amichevole, impegnato ma sempre disponibile per tutti, di profonda cultura ma senza mai ostentazione di superiorità”, ha dichiarato Enrico Papini, componente
storico del comitato scientifico Ame esprimendo il cordoglio di tutta l’Associazione.
Classe ’48, Vincenzo Toscano era nato a Roma. Specializzato in endocrinologia e pediatria, è stato autore di innumerevoli articoli e pubblicazioni e referee per diverse riviste nazionali ed internazionali in ambito endocrinologico.
L’improvvisa dipartita del Professor Toscano lascia un grade vuoto nella famiglia Ame che lo definiscono “padre nobile e una figura di riferimento”.
Il Professor Toscano è stato tra le personalità più impegnate di Ame, portando avanti battaglie per l’uguaglianza nell’accesso alle cure, richiamando l’attenzione pubblica e delle istituzioni su una molteplicità di problematiche connesse all’endocrinologia come la malnutrizione, le malattie rare, i danni da
inquinamento ambientale.
Toscano aveva grande attenzione al tema della prevenzione e della formazione, per questo ha ricoperto con impegno il ruolo di responsabile scientifico e docente di circa svariati corsi di aggiornamento e formazione dedicati ai professionisti della salute per Consulcesi ed era altresì membro del comitato
scientifico di Sif (Sanità In-Formazione).
“Ai suoi cari la famiglia Ame si stringe con profondo affetto – scrive l’Associazione – il suo ricordo aiuterà a proseguire il cammino”.

Consulcesi – Massimo Tortorella 

Un bambino ogni 10 giorni muore per soffocamento, formazione manovre di soccorso riduce rischi

Nonostante le morti per soffocamento in Italia siano numerose, in pochi sanno come gestire queste situazioni emergenziali, anche tra gli operatori sanitari. Non stupisce quindi che ogni anno, nel nostro paese, circa 65mila persone muoiono per mancanza o ritardi nel primo intervento. “Solo per soffocamento, in Europa perdono la vita 500 bambini all’anno, in Italia uno ogni 10 giorni, con 1.000
ospedalizzazioni annuali legate a questi incidenti”, spiega Marco Squicciarini, docente di Consulcesi e medico coordinatore dell’attività di formazione di manovre di primo soccorso con l’impiego di defibrillatore (Blsd) del ministero della Salute. “In oltre la metà dei casi è presente un adulto non preparato ad
intervenire con manovre di disostruzione”, aggiunge.
Dagli operatori sanitari a genitori, formazione su primo intervento è fondamentale. Ai giovani medici neo-laureati che cercano di inserirsi nel settore lavorativo viene fin da subito richiesto il certificato Blsd come primo documento per iniziare a lavorare. Eppure, sono gli stessi che escono da un sistema che al momento non prevede questi corsi di formazione, neanche nella maggior parte dei casi nei piani extracurriculari e spesso non riconosce i crediti esterni di chi ha conseguito la certificazione attraverso il 118 nazionale.
Non è solo una questione che riguarda solo i medici o in generale gli operatori sanitari. “Dai caregiver degli anziani ai genitori fino al professionista della salute – evidenzia Squicciarini – si sta diffondendo sempre di più la consapevolezza di dover saper agire prontamente in situazioni emergenziali come l’arresto cardiaco o eventi di soffocamento”.
“Nel primo semestre 2005 abbiamo raccolto, in tutta Italia, 93.000 firme, con una iniziativa legislativa popolare, perché le manovre salvavita si insegnassero, con carattere di obbligo, nella Scuola Italiana” sottolinea Mario Balzanelli, Presidente di SIS118 e Membro del Board Scientifico del MOHRE. “Questa nostra iniziativa è diventata contenuto di legge dello Stato con l’articolo 1, comma 10, della Legge
107/2015. Abbiamo quindi contribuito alla stesura delle linee guida interministeriali, condivise tra MIUR e Ministero della Salute, per inquadrare i livelli di formazione e di addestramento nelle varie fasce d’età. Tra i contenuti dell’insegnamento, in prima linea, sono previste le manovre di disostruzione delle vie aeree da corpo estraneo. Poi tutto si è fermato. Auspichiamo che sia la Scuola l’ambito privilegiato della acquisizione di queste competenze salvavita da parte di tutti i cittadini, del presente e del futuro”.
Passi in avanti con la distribuzione di defibrillatori nei luoghi pubblici
Guardando in particolar modo all’anziano e al bambino, Squicciarini ribadisce “l’importanza della buona conoscenza del Blsd per ogni tipo di assistenza attraverso il personale deputato all’alimentazione, che si trova ogni giorno di fronte a patologie neurologiche, alla gestione ed al trattamento di disturbi della
deglutizione come la disfagia, che di certo sono soggetti più esposti ad episodi di ostruzione delle vie aeree”. Un importante passo avanti in Italia in materia di pronto intervento in caso di arresto cardiaco improvviso è rappresentato dalla legge 116 del 2021. “Il Governo – sottolinea Squicciarini – ha iniziato una
importante distribuzione di defibrillatori ed entro il 2025 tutto il comparto pubblico dovrebbe essere dotato di questi e di personale formato, mentre dal 2025 l’obbligo sarà esteso anche ai privati, come avviene in molti paesi in Europa. Ma è fondamentale lavorare per colmare la mancanza di queste
conoscenze partendo in primis da medici e operatori sanitari, che a loro volta possono contribuire a preparare genitorie caregiver alla gestione dell’emergenza”.

LINK FONTE: https://www.corsi-ecm-fad.it/catalogo-corsi/medicina/corso-ecm-blsd-e-disostruzione-prevenzione-e-primo-soccorso-dal-neonato-allanziano-fragile/2214

Consulcesi – Massimo Tortorella

‘Insieme nella storia’, al via il progetto di Divertitempo e Fondazione Consulcesi per l’inclusione dei bambini con disabilità

Presentato il calendario delle attività 2023 delle due realtà associative 

Roma, 21 dic. 2022 Inclusione a ‘due vie’ tra bambini con diverse abilità cognitive. È questo l’obiettivo del progetto ‘Insieme nella storia’ dell’Associazione Divertitempo, sostenuto da Fondazione Consulcesi. Un percorso di otto appuntamenti che coinvolge bambini con difficoltà cognitive insieme a ragazzi normodotati, alla scoperta della Capitale. Si va da Palazzo Venezia a Castel Sant’Angelo, passando per i percorsi della Street Art capitolina e il battello sul fiume Tevere, accompagnati da un team di professionisti. 

“Un viaggio nella storia e nel territorio ma anche dentro sé stessi, a tu per tu con la nostra capacità di rapportarci agli altri, senza pregiudizi, attraverso la conoscenza e la capacità di ascolto” commenta Simone Colombati, Presidente Fondazione Consulcesi. “Questo progetto nasce dal desiderio dei genitori con bambini autistici e con altre difficoltà di dare loro l’opportunità di sentirsi sostenuti da una rete sociale tutelante, organizzata e fruibile per tutti” commenta Gianluca Morelli, il Presidente di Divertitempo.

Domenica 18 dicembre si è svolto l’appuntamento ‘zero’, incontro di partenza della collaborazione tra la Fondazione Consulcesi e l’Associazione Divertitempo con Xmas Biscuits. Una splendida domenica dedicata all’impasto di biscotti e altre leccornie dedicata a un gruppo di circa 16 bambini, tra cui anche figli dei dipendenti dell’azienda Consulcesi, la cui Fondazione sostiene il progetto. I ragazzi sono stati ospitati nel laboratorio di cucina Fai Tu addobbato a festa in un’atmosfera natalizia, con sottofondo di canti musicali. A contribuire al clima di gioia sono stati i bambini stessa che si sono messi in gioco con farina e lievito, e decorazioni, mentre erano intenti a divertirsi e a conoscersi. 

Calendario degli appuntamenti 

ROMA tra passato, presente e futuro è composta da 8 appuntamenti: 

  • 01 | LAND ART – Domenica 22 Gennaio 2023 ore 9:30 tra arte e natura 
  • 02 | GNAM – Domenica 19 Febbraio 2023 ore 10 c’è vita in un Museo 
  • 03 | PALAZZO VENEZIA – Domenica 19 Marzo 2023 ore 10 la marcia ronda 
  • 04 | STREET ART – Domenica 16 Aprile 2023 ore 10 vita da writer 
  • 05 | COLOSSEO ARENA – Sabato 14 Maggio 2023 ore 10 nell’arena dei Gladiatori 
  • 06 | CASTEL SANT’ANGELO – Domenica 28 Maggio 2023 ore 10 storia di un monumento 
  • 07 | OPEN BUS – Venerdì 9 Giugno 2023 ore 10 turisti per caso 
  • 08 | IN BATTELLO SUL TEVERE – Sabato 10 Giugno 2023 ore 10 

Fondazione Consulcesi, nasce dalla ferma volontà di Consulcesi Group, la più grande realtà in Europa dedicata ai professionisti della sanità, di far parte concretamente di un mondo che cambia e che si adopera in favore dei più deboli. Ispirata a principi di sussidiarietà, solidarietà ed eguaglianza, Fondazione Consulcesi testimonia il desiderio di mettersi al servizio del prossimo, degli individui più fragili, dei settori svantaggiati della società, condiviso da tutte le anime del Gruppo, dal Presidente ai dipendenti.

Associazione Divertitempo è una Onlus che realizza progetti di inclusione per bambini con disabilità. Nasce dall’esigenza di un semplice gruppo di amici di trasformare in realtà il sogno delle famiglie dei bambini “speciali”: dar loro l’opportunità di far vivere ai propri figli il territorio, così come ne usufruiscono tutti gli altri bambini; l’opportunità di sentirsi sostenuti da una rete sociale tutelante, organizzata e fruibile per tutti.

Visita il nuovo sito https://www.fondazioneconsulcesi.org/ e i canali social:

Massimo Tortorella

 

Scandalo ginnastica ritmica. L’esperto: “La dieta degli atleti sia elaborata insieme al nutrizionista”

A parlare è il dott. Emilio Buono, nutrizionista sportivo di campioni d’élite e formatore professionale 

Dal 1° novembre online il nuovo corso Consulcesi sul tema della nutrizione nello sport

«Una buona nutrizione non fa diventare un campione, ma un campione non può diventare tale senza una buona alimentazione». A ribadire l’importanza di un sano connubio tra sport e alimentazione è Emilio Buono, biologo nutrizionista che segue diversi atleti d’élite, a proposito dello scandalo che sta attraversando il mondo della ginnastica ritmica. Le pesanti dichiarazioni di Nina Corradini, 19 anni, e Anna Basta, 22, ex ginnaste della nazionale italiana di ginnastica ritmica hanno innescato un clamore mediatico senza precedenti e un effetto a catena di testimonianze da tutta Italia, che stanno facendo tremare il mondo della ginnastica ritmica e non solo.

«Soprattutto quando si gareggia ad alti livelli, la nutrizione è un aspetto fondamentale della preparazione atletica e diventa un vero e proprio alleato, indispensabile tenerne conto per raggiungere gli obiettivi sportivi», precisa Buono.  «Sacrificio e forza di volontà sono necessari per raggiungere livelli alti nello sport, ma non possiamo dimenticare la salute e il benessere generale dell’atleta. Per questo, è indispensabile che sia un professionista a dialogare con l’atleta e con i genitori, in caso di minorenni. Inoltre, è importante creare un rapporto umano con lo sportivo, che lo faccia sentire seguito e incoraggiato e mai e in nessun caso umiliato di fronte ad una difficoltà o una caduta», precisa Buono.

«La nutrizione sportiva è una scienza in evoluzione, la ricerca sugli alimenti associati allo studio del corpo umano è vivace, noi nutrizionisti dobbiamo costantemente tenerci aggiornati. Per questo motivo, mi dedico all’attività di formazione e il mio ultimo corso ‘Nutrizione negli sport di potenza e resistenza’, disponibile sulla piattaforma Consulcesi, aiuta i professionisti sanitari ad elaborare piani alimentare specifici per determinati allenamenti o gare».

Consulcesi – Massimo Tortorella

Relazioni tossiche: l’amore patologico colpisce almeno il 5% della popolazione, eppure è sottodiagnosticato.

Gori (docente Consulcesi): “Ce ne accorgiamo solo quando sfocia in gesti estremi,
necessaria sensibilizzazione tra medici ed educazione affettiva”

Roma, 19 ott. – Violenza, aggressività, comportamenti che rasentano quelli di un disturbo ossessivo-compulsivo: sono solo alcuni dei segnali visibili di una relazione disfunzionale e tossica che può originarsi da un caso di ‘limerenza’ ignorato.

Ad accendere i riflettori su una patologia tanto diffusa quanto ancora sconosciuta perfino dai professionisti della salute, è Maria Cristina Gori, neurologa e psicoterapeuta che con Consulcesi lancia il nuovo corso di formazione ECM “Limerenza: quando l’innamoramento diventa patologia”.

Una condizione che interessa ben il 5% della popolazione complessiva, ma secondo gli esperti sottodiagnosticata a tal punto da far pensare che le reali stime si aggirino attorno al 20%, “soprattutto fra gli adolescenti, maggiormente esposti all’influenza dei social media, ottimi facilitatori del processo di idealizzazione alla base di questa patologia”.

“Si tratta di uno stadio quasi ossessivo dell’amore romantico. Una condizione che parte dall’innamoramento, forma di delirio sebbene normalizzata e accettata, caratterizzata da un attaccamento e un bisogno di reciprocità estremi e che porta ad una progressiva alienazione da sé stessi e dalla realtà dalle pesanti conseguenze”, racconta la Gori cercando di delineare il complesso quadro di un fenomeno “assolutamente mentale” (ossia indipendente dai segnali mandati dall’altro) che può portare ad essere “disfunzionali nella quotidianità”, impattando il singolo e la comunità di cui fa parte.

“Si smette di essere genitori, figli, perfino compagni; si perde interesse nel mondo esterno, nella propria professione e in tutto ciò che non riguarda l’oggetto di limerenza; si diventa incapaci di guardare oggettivamente e razionalmente ai difetti di questo e non ci sarà comportamento o parola in grado di farci distogliere da questo intenso desiderio”, prosegue l’esperta che nell’e-book disponibile fino al 31 dicembre 2022 (termine ultimo per l’acquisizione dei crediti formativi obbligatori) raccoglie quanto si sa finora su questa condizione di innamoramento patologico, non mancando di evidenziare i rischi di una scarsa se non assente educazione affettiva nelle famiglie e nelle scuole italiane.

“Nei casi estremi, la limerenza può sfociare in atteggiamenti ossessivi e nei fenomeni di aggressività che ritroviamo sulle prime pagine dei giornali”, avverte la Gori che ribadisce il ruolo dei medici e di tutti i professionisti sanitari nella prevenzione e nella diagnosi precoce. 

Come spiega ancora la dottoressa, l’idealizzazione dell’amore che caratterizza la nostra Storia e che passa attraverso le arti e la letteratura, fa sì che ancora troppo spesso intendiamo l’amore solo in termini romantici, impedendoci di identificare la tossicità di un rapporto prima che questo sfoci in malessere, o peggio, in “comportamenti criminali”. 

“Sebbene non vi siano ancora dei criteri di diagnosi universalmente riconosciuti, alcuni strumenti sono già disponibili ai professionisti”, ricorda la Gori, “che dovrebbero essere in grado di riconoscere i segni premonitori di questa ed altre patologie della mente prima che queste danno luogo a situazioni limite e che dovrebbero sensibilizzare giovani e adulti all’ “arte di amare’”, conclude l’esperta citando il noto libro Erich Fromm.

Massimo Tortorella

Test Medicina: 3 studenti su 4 “bocciati”, ma con il ricorso è possibile rientrare

Una recente sentenza del Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di un gruppo di   aspiranti medici, esclusi alla selezione iniziale, ammessi alla facoltà di Medicina con riserva. Grazie al sostegno degli avvocati di Consulcesi, ora sono a tutti gli effetti studenti di Medicina e potranno realizzare il sogno di indossare il camice bianco.

Roma, 3 ottobre 2022 – Qualche giorno fa sono state pubblicate le graduatorie per l’accesso alla Facoltà di medicina. Come atteso, 3 aspiranti medici su 4 sono stati “bocciati”. Sugli oltre 65mila partecipanti sono solo circa 14mila ad aver raggiunto l’obiettivo. Ora più di 50mila studenti sono costretti a passare al “piano B”: oltre a cambiare facoltà o riprovare di nuovo i test, c’è una terza via. Si tratta del ricorso, un’opzione che grazie al sostegno legale di Consulcesi ha già permesso ad alcuni studenti di entrare nella Facoltà di Medicina nonostante non avessero superato la prova d’ingresso. 

Infatti, proprio di recente il Consiglio di Stato accogliendo il ricorso presentato da alcuni studenti ha permesso loro di scriversi definitivamente alla facoltà di Medicina e realizzare finalmente il sogno di diventare medici. “E’ una vittoria importante contro un sistema ‘malato’, come quello del numero chiuso, che ogni anno esclude decine di migliaia di studenti che sognano di indossare il camice bianco”, sottolinea Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi. “Gli studenti che hanno deciso coraggiosamente di non rassegnarsi agli esiti negativi di un sistema di selezione sbagliato, che non premia il merito, ora possono raccoglierne i frutti e continuare serenamente il percorso accademico scelto”, aggiunge.

Prima della sentenza gli studenti ricorrenti erano iscritti a Medicina con riserva. Questo ha permesso loro di seguire a tutti gli effetti il programma formativo previsto dalla facoltà scelta in attesa dell’ufficializzazione della loro iscrizione. Ora, nell’ammettere il ricorso, il Consiglio di Stato ha valutato in maniera positiva il brillante percorso accademico intrapreso dai ragazzi. Grazie al sostegno degli avvocati di Consulcesi, hanno dimostrato con i fatti che la loro esclusione dalla facoltà era stata un errore. “Per questo Consulcesi non smetterà di offrire il proprio appoggio a tutti gli aspiranti medici esclusi al test d’ingresso” evidenzia Tortorella. Gli studenti che ritengono di essere vittima di una grave ingiustizia possono infatti contattare dal sito i legali di Consulcesi che offriranno loro una consulenza sull’opportunità di avviare o meno l’azione di ricorso.

Nel frattempo, è stato pubblicato il decreto ministeriale 1107/22 che ha l’obiettivo di riformare, per il prossimo anno accademico, le prove per l’ammissione alla Facoltà di Medicina. Il decreto contiene le nuove modalità della prova di selezione che prevedranno un primo test già a partire dal mese di aprile 2023 in modalità cosiddetta TOLC (Test OnLine CISIA). Tuttavia, le procedure connesse alla graduatoria unica nazionale, e le modalità operative con le quali verrà formata sulla base dei punteggi dei TOLC, saranno disciplinate con un successivo provvedimento di competenza della Direzione Generale del Ministero dell’Università. Quello che sappiamo ora è che per partecipare ai test TOLC sarà necessario effettuare l’iscrizione sul portale cisiaonline.it. Il CISIA è il Consorzio Interuniversitario Sistemi Integrati per l’Accesso senza fini di lucro, formato esclusivamente da atenei statali e supporta le università nella realizzazione e nell’erogazione dei test per la verifica delle conoscenze funzionali all’accesso ai corsi di studio universitari. Per l’anno 2023 saranno fissate le date per le prove rispettivamente nei mesi di aprile e luglio, il calendario sarà definito entro novembre 2022 con un provvedimento del Direzione generale del ministero. I test saranno somministrati in presenza, presso la sede scelta dal candidato al momento dell’iscrizione, attraverso la piattaforma informatica CISIA, in postazioni ad hoc predisposte dagli atenei. Le credenziali di registrazione del portale daranno peraltro la possibilità ai candidati di accedere ad esercitazioni, corsi di formazione a materiale di orientamento, nonché, all’esito dei test svolti anche a confronto con i risultati in forma aggregata ottenuti dagli altri partecipanti.

Potranno accedere ai TOLC tutti gli iscritti al quarto o quinto anno di una scuola secondaria, nonché tutti coloro che sono in possesso di un diploma di scuola secondaria. La speranza è che in questo modo almeno per i più giovani si riducano le criticità e le perdite di tempo dovute alla ripetizione dei vecchi test annuali e aumentino le possibilità di entrare a medicina. “Aspettavamo da molto tempo una riforma del vecchio sistema”, evidenzia Tortorella. “Ancora non sono chiare le modalità operative e i criteri in base ai quali sarà stilata la graduatoria. Consulcesi continuerà a seguire con attenzione – continua – ogni nuovo aggiornamento sull’argomento sempre nell’interesse dei ragazzi aspiranti medici”. 

Con il servizio Numero Chiuso, Consulcesi ha messo a disposizione un canale dedicato gratuito attraverso cui i ragazzi possono segnalare irregolarità, riportare dubbi e perplessità e contattare tempestivamente i legali Consulcesi per una consulenza gratuita.

Body shaming e magrezza patologica: formazione e consapevolezza per contrastare i nuovi fenomeni social

Consulcesi lancia il nuovo corso per camici bianchi sui Disturbi del comportamento alimentare 

Una deplorevole challenge è divenuta virale su TikTok. È la “Boiler summer cup” e nel mirino dai giovani, ancora una volta, sono le ragazze in sovrappeso. Adescarne una con un peso maggiore e condividere “il bacio di prova” sulla piattaforma: questo l’ultimo fenomeno di bullismo e body shaming online che conferma e rafforza una cultura errata del corpo e rischia di causare un aumento di disturbi dell’alimentazione che già riguardano un numero allarmante di persone.

Per far fronte alle ultime, preoccupanti tendenze e in occasione della Giornata Mondiale dei disturbi alimentari, che si celebra il 2 giugno, Consulcesi Club riaccende i riflettori su quelli che sono ormai un problema sociale lanciando il corso “I disturbi del comportamento alimentare: dall’anoressia al binge eating – a letto senza cena” rivolto a medici e operatori sanitari.

Peso e forma fisica sono sempre più motivo di malessere psicologico, soprattutto tra i più giovani che sui social media si trovano a confrontarsi con modelli di magrezza spesso patologica. Basti pensare che gli ultimi dati registrati, risalenti all’anno pandemico, mostrano un aumento del numero di casi pari al 40% rispetto all’anno precedente.

“È ormai divenuto indispensabile sapere come e quanto social e web in generale influiscono sui comportamenti alimentari, soprattutto tra i più giovani, già considerati categorie a rischio per i disturbi a questi legati. Tutti i professionisti della salute devono allearsi per prevenire la comparsa delle patologie e ingaggiare la popolazione rispetto a un fenomeno tanto pressante”, commenta Stefano Lagona, Psicologo Psicoterapeuta alle cui cure l’azienda leader nella formazione ECM ha affidato la nuova formazione ECM.

“Oltre a patologie come anoressia e bulimia, che negli ultimi decenni hanno visto un progressivo abbassamento dell’età di insorgenza fino a riguardare bambini e preadolescenti, stiamo assistendo alla nascita e rapida diffusione di nuovi comportamenti devianti come l’ortoressia, la drunkoressia, bigoressia e pregoressia”, spiega ancora il dottore.

Si va da un’esagerata attenzione per la qualità del cibo e il desiderio continuo di depurarsi, alla pratica della restrizione delle calorie in modo da poter consumare più alcol e non aumentare di peso, dall’abuso di esercizio fisico e di anabolizzanti per scongiurare la convinzione di apparire piccoli ed esili, fino al disturbo alimentare che affligge le donne incinte che non vogliono aumentare di peso e, per questo, si sottopongono ad allenamenti prolungati e diete ipocaloriche.

“Queste patologie – continua Lagona – per la loro complessità hanno bisogno di un lavoro specializzato e integrato tra le varie figure professionali con l’obiettivo di una diagnosi corretta e precoce, quindi di una tempestiva presa in carico del paziente”.

Come spiega il dottore, se non trattati in tempi e modi adeguati, questi disturbi possono infatti diventare una condizione cronica, compromettendo organi e apparati, e portare alla morte nei casi più gravi. L’insorgenza precoce è poi motivo di ulteriore preoccupazione perché gli effetti associati a corpo e mente sono molto più gravi dal momento che tessuti, ossa e sistema nervoso centrale non hanno ancora raggiunto la loro completo sviluppo.

Il corso sarà dunque l’opportunità per i professionisti della sanità di approfondire le nuove cause legate a questi e nuovi disturbi, non mancando di considerare il ruolo e il supporto alle famiglie. “Guarire completamente è possibile ma richiede un’alleanza tra gli specialisti, una prevenzione dell’insorgenza, l’individuazione precoce dei soggetti ammalati o ad alto rischio, la riduzione della gravità delle patologie e, non meno fondamentale, il miglioramento delle strutture presenti sul territorio”, conclude Lagona. 

Consulcesi – Massimo Tortorella

Cure palliative: solo 1 paziente con ictus su 5 riceve consultazione. Rosaria Alvaro (SISI): Necessaria maggiore cultura di questi trattamenti’

Con il nuovo corso Consulcesi Club i camici bianchi ampliano il loro sguardo su cure palliative

Solo 1 persona su 5 ospedalizzata a seguito di un grave ictus riceve una consultazione per cure palliative. Questo quanto evidenziato dal recente studio pubblicato sul  Journal of Pain and Symptom Management, in cui si ribadisce l’importanza dei trattamenti volti ad alleviare le sofferenze dei pazienti “indipendentemente dalla loro prognosi” e superando il concetto di cura palliativa uguale malattia oncologica in fase terminale.

“I dati americani sono molto vicini alla situazione italiana ed europea. Ancora troppo spesso l’impiego di trattamenti palliativi è limitato al fine vita, e anche in questi casi le terapie non vengono necessariamente avviate se non quando le sofferenze sono in uno stadio troppo avanzato”, commenta Rosaria Alvaro, presidente della Società Italiana di Scienze Infermieristiche che con Consulcesi Club ha progettato un corso volto a formare e sensibilizzare i professionisti della salute sui trattamenti palliativi e la gestione del dolore acuto.

Riconosciute dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come un diritto umano e un “imperativo morale di tutti i sistemi sanitari”, di cure palliative si stima ne abbiano bisogno oltre 56,8 milioni di persone al mondo ogni anno, un numero in crescente aumento a seguito dell’invecchiamento della popolazione e alla crescita di malattie non comunicabili e di altre patologie croniche.

“Nel nostro Paese, la Legge 38 del 2010 ha sicuramente rappresentato un passo avanti nel riconoscimento del diritto di accesso alla sedazione palliativa, sancendo che il sistema sanitario deve essere in grado di fornirla ‘in tutti gli ambiti assistenziali e in ogni fase della vita e per qualunque patologia ad andamento cronico ed evolutivo’, ma ci sono ancora tanti pazienti affetti da patologie non oncologiche, ma altrettanto causa di sofferenze, che non hanno accesso, e/o ai quali non vengono proposti, tali trattamenti. Questo spesso a causa di una riluttanza, in primis dei sanitari e poi dei pazienti e delle loro famiglie, dovuta spesso ad una mancanza di cultura sulla palliazione”, aggiunge l’esperta che in Le cure palliative in Italia: uno sguardo di insieme, ripercorre lo sviluppo della branca medica dalla nascita dei primi hospice nel 1967 ad oggi, illustrando e raccordando i molteplici usi che in Italia e nel mondo si fanno, e si potrebbero fare.

“È necessario promuovere ed implementare anche nei corsi di studio la cultura delle cure palliative, ribadendo il loro ruolo nel miglioramento della condizione fisica, psicologica e sociale dei pazienti, dei loro bisogni e di quelli delle loro famiglie. Infine, come anche più volte ribadito dall’OMS, bisogna migliorare l’utilizzo di questi trattamenti nel ‘continuum delle cure’ soprattutto a livello primario – ossia nei contesti assistenziali più prossimi ai luoghi in cui il paziente e la sua famiglia vivono” con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita della persona presa in carico e della sua famiglia.

Consulcesi – Massimo Tortorella